Possono essere pubblicate sui social immagini contenenti  marchi rinomati senza una specifica autorizzazione del titolare?

Si incorrerà in violazioni della legge se sul proprio profilo social appaiono immagini nelle quali “si vedono” anche noti marchi di prodotti di abbigliamento o di gioielleria o auto di lusso?

La risposta non è univoca.

Richiamando la giurisprudenza sul punto ed in particolare la recente ordinanza del Tribunale di Genova (Sez. Spec. In materia di Imprese Ord. 04.02.2020) dovrà ritenersi che sia illegittimo e quindi vietato l’uso di marchi rinomati quando la finalità della pubblicazione sia esclusivamente commerciale e pubblicitaria.  Si configurerà, quindi,  una violazione della norma, nel caso in cui la riproduzione di immagini di prodotti con marchio (noto) non possa avere altra finalità che promuovere la vendita dei prodotti allo stesso accostati.

Diversamente, nel caso in cui le immagini riproducano momenti di vita del titolare del profilo o dell’influencer e siano descrittive di scene di vita dello stesso, anche se contenenti immagini di prodotti con marchio di terzi, non potranno automaticamente ritenersi violazioni della norma.

Nel caso trattato dal Tribunale citato  è stato, infatti,  ritenuto che l’immagine di alcune calzature esposte sul cofano di una autovettura di una notissima casa automobilistica italiana, non poteva descrivere alcun momento di vita come mangiare, riposarsi, camminare, festeggiare, conversare ecc, ma non poteva spiegarsi se non con il tentativo del titolare del profilo, di promuovere la vendita delle suddette calzature, giovandosi della prestigiosa immagine della casa automobilistica.

Anche alla luce di tale provvedimento, mentre l’intento commerciale palese potrà certamente ritenersi fonte di responsabilità, non altrettanto potrà dirsi per le immagini o i filmati che implicano l’inevitabile esposizione di marchi di prodotti normalmente usati dal titolare del profilo o dall’influencer, essendo necessario valutare di volta in volta la legittimità della condotta e l’esistenza di strumenti di tutela preventiva.

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