Mantenere pubblicati sul sito internet del Comune i dati personali di un dipendente per un periodo superiore a quello previsto dal Testo Unico degli enti Locali è lesivo della privacy del dipendente.

Così si è espressa la Corte di Cassazione, con sentenza n. 18292/2020, confermando la posizione del  Garante per la protezione dei dati personali.

Nel caso di specie, un Comune aveva lasciato sul proprio sito, per più di un anno, il testo di atti dirigenziali nei quali erano indicati i dati anagrafici di un dipendente, l’esistenza di un contenzioso con l’ente, lo stato di famiglia ed altre informazioni personali.

Secondo la Corte, il Comune avrebbe dovuto archiviare tali dati e rimuoverli dall’albo pretorio on line entro quindici giorni dalla pubblicazione, come previsto dall’art 124 del Testo Unico degli enti locali (D.lgs 267/2000) ., La pubblicazione di  tali informazioni per il tempo previsto dalla legge avrebbe infatti consentito all’ente di rispettare la normativa sulla trasparenza senza ledere il diritto alla privacy del dipendente.

La Corte conclude pertanto confermando la sanzione irrogata dal Garante Privacy, e affermando che, analogamente a quanto previsto dal D.Lgs. n. 231 del 2000 in tema di responsabilità da reato degli enti, tale comportamento è da intendersi come "colpa di organizzazione" derivante dall'inottemperanza da parte dell'ente dell'obbligo di adottare le cautele, organizzative e gestionali, necessarie a prevenire la commissione degli illeciti .

 

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avv. Martina Pasetto